martedì 21 agosto 2012

18 Agosto 2012: report prodotto a Barile



L’ incontro organizzato dall’ Associazione “Sisma”, aderente al Coordinamento Nazionale “No Triv”, dal titolo “Le attività petrolifere nell’area nord della Basilicata e nel Vulture Melfese – Alto Bradano + Vino – Petrolio”, nell’ambito della tre giorni della VII edizione di “Cantinando”, ha avuto il seguente svolgimento.


La discussione è stata introdotta da Giuseppe Macellaro, facilitatore del Coordinamento No Triv Italia,che ha tracciato una breve sintesi rispetto alla situazione attuale a partire dalle scelte operate dal Governo Nazionale in carica (Approvazione decreto Liberalizzazioni e decreto Sviluppo), evidenziando il recente cambiamento politico in tema di concessioni dei permessi di ricerca e prospezioni petrolifere in Basilicata all’indomani dell’approvazione della cosiddetta “moratoria sulle nuove perforazioni”, sottolineando che il tema, sia a livello di istituzione regionale, sia a livello di enti locali, risente fortemente dei luoghi comuni creati da una battente campagna mediatica, che possono far credere che il pericolo sia scampato dopo la recente “moratoria” voluta dal presidente De Filippo. In realtà il comma sette dell’art 19 del recente assestamento di bilancio (ora legge regionale n. 16), confligge con quanto prevede l’art 16 del Dl “liberalizzazioni” e con l’art 38 del dl “sviluppo” del 2012. La materia si inscrive infatti nell’annoso e complesso contenzioso tra Stato e Regione sul tema della gestione concorrente dell’energia definito nel Tit V della Costituzione, che ad oggi numerose sentenze hanno fatto pendere sul piatto della bilancia dalla parte dello Stato. E’ importante quindi tenere alta l’attenzione, ben sapendo che gli effetti della cosiddetta “moratoria” devono essere verificati alla prova di costituzionalità da parte della Consulta e che ogni singolo permesso di ricerca deve essere valutato in itinere, dal momento che ovviamente le compagnie minerarie non saranno disposte a soccombere e saranno sempre pronte a ricorrere alla giustizia amministrativa in presenza di dinieghi delle intese da parte della Regione che oggi giudichiamo deboli dal punto di vista giuridico.
Insomma, quella del petrolio in Basilicata è una partita ancora aperta, che deve far tenere alta l’attenzione non abbassando la guardia, così come dimostrano le situazioni dove già si estrae petrolio e gas, con notevoli ed impattanti problematiche ambientali e nefaste conseguenze sulla salute umana.
Successivamente è stato fatto il punto sui permessi di ricerca petrolifera nell’area del Vulture: la richiesta di permesso avanzata lo scorso anno dalla società mineraria texana Aleanna Resources, denominata “Palazzo San Gervasio” (470 Kmq) e la recente richiesta “la Bicocca” della società Delta Energy (156 Kmq). Sono stati affrontati i diversi aspetti della questione sotto il profilo economico ed ambientale per la presenza nell’area dell’Aglianico del Vulture, vino doc, delle acque minerali di pregio, della produzione olearia di pregio, dei castagneti.
Infine, prima di passare la parola ai Sindaci intervenuti - quello di Barile e quello di Rionero in Vulture - è stato precisato che all’incontro erano stati invitati i sindaci di:
Acerenza, Atella, Bella, Cancellara, San Chirico Nuovo, Forenza, Ginestra, Maschito, Melfi, Oppido, Palazzo San Gervasio, Pietragalla, Rapone, Rapolla, Ripacandida, San Fele, Tolve, Venosa, in quanto rappresentati dei comuni interessati dai permessi.
Erano stati invitati altresì il Presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Folino ed il Presidente della Giunta Regionale Vito De Filippo.
Tutti i soggetti su menzionati non hanno ritenuto opportuno far pervenire notizia alcuna rispetto alla propria presenza o assenza.
E’ intervenuto quindi il sindaco di Barile, Mecca, il quale ha sottolineato le vocazioni agricole di qualità del territorio di Barile che, purtuttavia, presenta delle criticità ambientali sulle quali bisogna vigilare. Mecca si è dichiarato disponibile a proporre e far approvare in Consiglio Comunale una delibera che dichiari con motivazioni le opposizioni ai due permessi di ricerca in oggetto.
Successivamente ha preso la parola Il sindaco di Rionero in Vulture, Placido, il quale ha sottolineato nel proprio intervento come oggi sia assente una programmazione regionale che assecondi le vocazioni naturali dei territori del Vulture Alto Bradano.
 Bisogna stare attenti – ha rimarcato Placido – a non cadere nell’errore di considerare che oggi il pericolo è scampato e che quindi ognuno possa ritenersi immune dall’occupazione del territorio da parte delle compagnie minerarie. Abbiamo l’esigenza di far recuperare credibilità alla politica – ha continuato Placido – che oggi non offre un buon esempio, dal momento che il presidente della giunta regionale non ha chiarito  il senso della moratoria e soprattutto a quale modello di sviluppo pensa per la Regione Basilicata. Lo stesso ha concluso proponendo che di tali questioni (situazione Vulture Melfese) se ne discuta all’ interno dell’ Area programma con i sindaci degli altri comuni.
A tal proposito il Coordinamento si è impegnato a dare il proprio apporto tecnico lì dove sia ritenuto necessario da parte dei Sindaci intervenuti.
Successivamente sono intervenuti i seguenti partecipanti:
Franco Botte, insegnante di Rionero, ha analizzato il contesto di crisi politico/economica in cui si colloca l’azione del governo centrale, che in sinergia con le lobbies ed i partiti compiacenti svolge di fatto un’opera di depotenziamento dei poteri degli enti locali, mirando di fatto al depotenziamento dell’efficacia del tessuto e delle dinamiche democratiche sociali complessive, prefigurando un allarmante scenario di tipo autoritario.
Vito L’Erario ed Antonio Bavusi (OLA) hanno fatto rilevare le incongruenze dei comportamenti istituzionali sul permesso Palazzo San Gervasio con l’esclusione della VIA da parte della Regione, che di fatto aprirebbe le porte alle ricerche petrolifere della compagnia, che ha ramificazioni societarie anche a Matera. E’ importante che gli enti del territorio riprendano una programmazione locale oggi assente, come quella di istituire un’area protetta nell’area del Vulture, invece incagliatasi nei veti incrociati di alcuni comuni e della Regione Basilicata.
Provocatoriamente alla giornata del vino la Ola ha portato sul tavolo di Cantinando due bottiglie di vino del Feudo Memorandum con etichette provenienti dalle aree di estrazioni del petrolio (vedi foto) con lo scopo di sollecitare i produttori locali a scrollarsi dal torpore che deve lasciare il posto ad un protagonismo, non vincolato cioè alla politiche regionali di assistenza e più legato invece alle radici del territorio ed alle attività economiche tradizionali, come l’Aglianico del Vulture, l’olio, i prodotti ortofrutticoli.
Una provocazione che la Ola auspica possa essere colta in positivo dai soggetti economici, nello spirito di quanti amano sinceramente la propria terra e sanno che è obbligo morale difenderla e difendere i prodotti che oggi produce, facendo sentire la propria voce.
Isabella Torre, insegnante, ha denunziato il gap tra iniziativa dal basso ed opportunismo generalizzato della rappresentanza politica istituzionale sempre finalizzata alla riproduzione del consenso elettorale, ma sempre più lontana dalla capacità e volontà di interpretare i reali bisogni sociali, dicendosi preoccupata per il silenzio di numerose associazioni e di larghe fette di cittadinanza.
Francesco Masi di No Triv ha ribadito la necessità che la carovana antitrivelle sia capace di far maturare sempre più la coscienza critica dei cittadini e soprattutto delle istituzioni territoriali, proponendo di organizzare nelle aree del Vulture Melfese colpite da richieste di permesso per le prospezioni di idrocarburi una manifestazione a carattere regionale da tenersi entro la metà del prossimo Ottobre capace di saper tenere insieme i no alle trivellazioni, a Fenice, al progetto di discarica a S. Nicola di Melfi, in vista della manifestazione nazionale area Sud deliberata a Pisticci lo scorso Luglio, per dimostrare di saper concretamente coniugare le diverse realtà del territorio italiano colpito da scelte  governative sbagliate e dannose.
Marcello, studente universitario di Rionero, ha proposto di coniugare con iniziative dirette condivise la lotta contro il diktat delle trivellazioni con la lotta contro altre emergenze ambientali, quali la presenza nell’area di discariche di amianto ed inceneritori.
Donato Mazzeo, ex amministratore di Barile, ha invece parlato delle contraddizioni che oggi esistono e del fatto che l’amministrazione attuale non fa quello che va fatto per salvaguardare la salute dei cittadini di Barile e l’ambiente. Un tema molto spesso usato solo di facciata che però non trova atti conseguenziali nelle pubbliche amministrazioni che i cittadini devono rendere trasparenti.
E’ intervenuto quindi il prof. Michele Latorraca, enologo e professore dell’Unibas, che ha evidenziato il ruolo della salvaguardia ambientale, che va attuata con monitoraggi costanti, evidenziando il ruolo dell’Arpab, che pur in possesso di strumentazioni avanzate non offre un servizio adeguato alle esigenze non solo dei vitivinicoltori, ma anche ai cittadini. Nel Vulture Alto Bradano sono presenti emergenze ambientali – ha detto Vitale – come Fenice e le sue emissioni inquinanti andrebbero monitorate di continuo con analisi non di parte e disponibili. L’inquinamento delle falde idriche dovuto a Fenice – ha aggiuto -  richiede un processo di autodepurazione che può durare secoli, mentre per provocarlo sono bastati soltanto pochi anni.
Paolo Baffari, responsabile dell’Associazione “Potenza Attiva” -  evidenzia il problema di effettiva criticità della tenuta democratica delle relazioni sociali, perchè si privano le comunità locali della libertà e del diritto di decidere sul proprio futuro e sulla propria vita. Le istituzioni e questa classe politica e dirigente – ha continuato Baffari – drogate di PIL e di potere, non sono più in grado di darci rassicurazioni, nè di rappresentarci e tutelarci, perchè sono del tutto intrise di questa ideologia del mercato capitalista e di un governo autoritario e gerarchico. Perciò il cambiamento deve nascere dal basso – ha detto Baffari -  dalle reti di movimenti, associazioni e cittadini che stanno nascendo e proliferando anche qui in Basilicata. Possiamo cambiare questo progetto nefasto e sperare in un futuro più umano; ma , per fare questo, dobbiamo cercare, noi per primi, di disintossicarci dalla cultura capitalista, individualista e materialista di cui siamo intrisi, anche inconsapevolmente, cancellando egocentrismi, interessi personali e privati, gelosie e invidie, protagonismi e quant’altro ci rende non credibili, deboli e divisi tra di noi, con l’auspicio di trovare occasioni di confronto e di crescita continui nel tempo.
Giusy Vitacca ha portato la testimonianza sulle estrazioni a Calvello ed ha parlato dell’esperienza di “SOS Lucania” negli anni 90, all’inizio delle ricerche e delle estrazioni di petrolio in Val d’Agri, dove le compagnie hanno prodotto un deserto umano, oltre che ambientale, con danni irreparabili quali addirittura la chiusura di alcune sorgenti, invitando a perseverare nell’attività di sensibilizzazione e di organizzazione.
Carmela Lapadula, co-fondatrice No Triv, che ha parlato della sua esperienza a Gorgoglione, paese natale, che vive oggi un vero e proprio dramma causato dal petrolio e dalle sue venefiche emissioni, che rischia di cancellare per sempre gli affetti ed i legami con la propria terra di origine.

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