di Fabio Sebastiani
Hanno detto “no” i
sindaci di dieci Comuni del circondario, con in prima fila quello di
Arborea, Pierfrancesco Garau. Ha detto “no” la Provincia, con il
presidente Massimiliano De Seneen e il presidente della commissione
Ambiente Bepi Costella (ex sindaco di Arborea). Un “No” trasversale è
arrivato anche dai partiti di maggioranza e opposizione, anche se con
qualche indecisione da parte del Pdl. Insomma, il progetto “Eleonora”
della Saras dei Moratti alla Sardegna non va proprio giù. Il progetto
prevede una perforazione esplorativa con tecniche invasive a circa
tremila metri di profondita' ad Arborea, all’interno di un
pregiatissimo parco naturalistico, alla ricerca di gas naturale.
Il 13
aprile la Saras - costretta da due anni di ferma opposizione del
comitato e delle amministrazioni che hanno espresso contrarietà -
presenterà la valutazione di impatto ambientale delle sue
trivellazioni. Gli argomenti di chi si oppone, e sono in tanti, sono
piuttosto consistenti. Quella zona ha una vocazione economica
esclusivamente agricola e turistico-naturalistica. Le attività
estrattive non sarebbero in nessun modo conciliabili con l'esistente
umano e florofaunistico. Ed inoltre, le attività di ricerca, prima
ancora che quelle di estrazione, sono fortemente invasive e ad alto
potenziale di inquinamento; il modo in cui vengono perpetrate si chiama
fracking e consiste nello sparare nel profondo sottosuolo dei
fortissimi getti d'acqua per frantumare gli strati sotterranei e far
emergere il gas (o il petrolio) eventualmente presente. Il sistema mina
la stabilità dei terreni, viola e compromette le falde acquifere ed è
la provata causa dell'aumento dell'attività sismica in molti paesi. Il
terzo motivo è una questione di principio: i sardi rivendicano il
diritto di scegliere il proprio modello di sviluppo. Le principali
risorse che tengono alta l’economia del paese sono l’agricoltura e l’allevamento. Secondo i dati riportati dal Comune di Arborea oltre
trecento ditte operano nel settore agricolo e garantiscono un’occupazione pari al 74% del totale dei lavoratori. I danni sul
territorio potrebbero quindi ripercuotersi irrimediabilmente sull’
economia e di conseguenza sulla società. A questo aspetto si aggiunge
anche il pericolo che dalle trivellazioni fuoriesca l’idrogeno
solforato, un gas altamente tossico e dannoso per la salute dell’uomo.
Il comitato, gli abitanti e i loro sostenitori hanno già compiuto un
gesto simbolico. Lo scorso 17 marzo si è svolta la “Marcia del sale”,
promossa dagli indipendentisti di ProgReS, ispirata alla vera marcia
del sale che compì Mahatma Gandhi nel 1930 contro la tassa sul sale
imposta dal governo britannico con lo scopo di raccogliere alcuni
granelli di sale rivendicando il possesso della risorsa. Per il
presidente della Provincia Massimiliano de Seneen, il gioco non vale la
candela, in quanto l'eventuale fornitura di gas a costi inferiori non
cambia la vita, sia perché sarebbe un'eventualità condizionata dal
tempo, 30 anni e sia perché non regge al confronto con la realtà di
Arborea, il cui sistema non ha limiti temporali ed è in crescita da 80
anni. “Non bastano certo pochi posti di lavoro e qualche royalty –
aggiunge - perché a questo progetto siano attribuite certezze che sono
poche mentre prevalgono i tanti elementi di incertezza con ritorni
ipotizzati solo nella diminuzione temporale dei costi energetici".
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