Pubblicato da Matteo Carriero su Mondoecoblog (vedi articolo originale)
Basilicata e petrolio, anche i giapponesi entrano ora nell’affare dell’oro nero, mentre la produzione nei prossimi anni in Italia aumenterà, per via dell’aumento delle estrazioni in Basilicata, fino al 40% entro il 2016.
La Basilicata e il petrolio:
imprese estere continuano a gettarsi sull’oro nero della regione
italiana, mentre la produzione è ormai lì lì per aumentare, con il pozzo
di Tempra Rossa che dovrebbe partire entro il prossimo
anno, dato che ormai cinque pozzi sono già stati realizzati e
sottoposti a test, un nuovo pozzo dovrebbe essere creato a breve assieme
a nuovi serbatoi di stoccaggio, centri di trattamento degli oli, strade
di accesso, depositi e via dicendo.
Il petrolio della Basilicata attira molti investimenti
e commerci. Ora i giapponesi della Mitsui E&P Italia Srl (che
nonostante il nome è una società nipponica) ha acquistato dalla francese
Total il 25% proprio del pozzo Tempra Rossa. E così la Total
mantiene il 50% della concessione Gorgoglione mentre l’altro 25% è del
colosso inglese e olandese della Shell. A spiegare la manovra è stata la
Total che ha aggiunto che l’approvazione della cessione spetterà
comunque ad autorità italiane.
Per far comprendere l’importanza della notizia sarà bene ricordare alcuni dati
che comprovano come il pozzo Tempra Rossa non sia un pozzo come un
altro, ma tutto il contrario. Difatti come la stessa Total ha ricordato
di recente quando Tempra Rossa sarà portato a pieno regime (ovvero nel
2016) la produzione di petrolio che
ne deriverà è stimata in 50 mila barili al giorno, più 230 mila metri
cubi di gas e 240 tonnellate di Gpl. Tutto ciò porterà la produzione di
petrolio italiana ad aumentare del 40%.
Stiamo quindi parlando di un affare di dimensioni enormi. L’oro nero continua a tenere banco in Basilicata, arrivano altri grandi investitori e la produzione è destinata a salire entro tempi molto brevi, come abbiamo visto.
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