LO STOCCAGGIO DI CO2, NUOVA SPECULAZIONE GEOLOGICA IN BASILICATA
La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, NoScorie Trisaia e Ambiente e Legalità, associazioni che hanno aderito al Coordinamento Nazionale No Triv, denunciano una nuova aggressione al territorio lucano, al suo ambiente e alla sua economia attraverso lo stoccaggio di CO2, anidride carbonica (Ccs, Carbon capture and storage).
Lo studio di Fabio Moia del centro ricerche Cisa, “Caratterizzazione dei siti per lo stoccaggio della CO2”, a pagina 10, mostra infatti la localizzazione in tre siti del Materano di tre possibili future aree di Css nel sottosuolo lucano in unità saline. Uno nei pressi del capoluogo Matera, che ricordiamo è Patrimonio dell’Umanità, e due nel territorio di Montalbano Jonico, al cui interno esiste la riserva del Geosito dei Calanchi a tutela del raro strato di Pleistocene medio. Lo stoccaggio di CO2 è un’altra delle pratiche invasive e di sfruttamento del sottosuolo che in cambio di trenta denari di royalties a Comuni e Regione e di dodici netturbini da assumere, piegano le volontà delle amministrazioni locali le quali, o per ignoranza o per
connivenze o per disperazione, si rendono complici di una speculazione ai danni di cittadini e territori.
I quali territori continuano, come accade nella Basilicata delle royalties minerarie, a spopolarsi per disoccupazione umana e per desertificazione dei terreni indotta dall’eccessivo sfruttamento
chimico e minerario del sottosuolo.Lo stoccaggio di CO2 ha gli stessi rischi sismici e di contaminazione delle falde delle perforazioni di idrocarburi, nasconde, in caso di fuoriuscita di CO2 per cause geologiche (terremoti) o meccaniche (cattivo funzionamento dell’impianto), anche rischi di contaminazione di massa (in Camerun, una fuoriuscita naturale di CO2 provocò nel 1986 1800 morti), procura un notevole inquinamento da trasporto di CO2 in forma liquida con i camion, e ha la funzione di truffare gli accordi di Kyoto. Nel senso che anziché ridurre le emissioni di anidride carbonica mettendo a norma gli impianti industriali (il caso Ilva di Taranto fa specie), si è trovato l’inganno alla legge sotterrando le emissioni.
Sarà un caso, ma proprio ieri l’assessore regionale all’ambiente, Vilma Mazzocco, ha inutilmente (e furbescamente?) parlato di “effetto filtro” dei boschi che devono fungere da “Pozzo di assorbimento della
CO2 (Carbon sink)” e proprio in questi giorni è stato annunciato che si parlerà di stoccaggio di CO2 in una sezione del già contestato convegno sui “vantaggi” del petrolio, organizzato per il 30 novembre, 1 e 2 dicembre a Potenza dall’ordine dei geologi lucani in assenza di una controparte qualificata (i relatori sono quasi tutti consulenti delle società minerarie o dipendenti delle società di consulenza delle stesse società minerarie) e che vede anche la presenza di quel Paolo Scandone che firmò la relazione scientifica per il deposito di stoccaggio di rifiuti radioattivi a Terzo Cavone. Contro Scandone si rivoltarono 100 mila lucani nel 2003, mentre Vito de Filippo, Vincenzo Folino e Salvatore Margiotta lo ospiteranno in Regione.
Le tre associazioni ambientaliste, nel chiedere che la Regione si pronunci immediatamente contraria al nuovo tentativo di speculazione del territorio con lo stoccaggio di CO2, chiede anche al professor Mario Bentivenga,relatore al convegno in questione di una lezione sul valore internazionale dei vari geositi lucani, candidabili per la loro unicità a un secondo Patrimonio dell’Umanità lucano, conoscendone l’impegno scientifico indipendente, di non presenziare a una manifestazione che speculerà sulla sua importante relazione. Al professor Bentivenga, infatti, vogliamo ricordare che l’estrazione mineraria e lo stoccaggio di CO2 e di gas sono antitetici alla tutela dei geositi, nel senso che dove si estrae e si sotterra, non si
concedono aree di tutela al patrimonio naturale della Basilicata. Dunque, professore, perché fornire alibi di facciata alla speculazione del territorio?
Allegato: siti individuati come potenzialmente interessanti per lo stoccaggio della CO2 dallo studio di Fabio Moia (relatore al convegno dell'Ordine dei Geologi della Basilicata)
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