sabato 7 luglio 2012

Nasce a Pisticci scalo la proposta del coordinamento nazionale NoTriv


Nasce a Pisticci scalo, nell’ex villaggio ENI realizzato negli anni 60 da Enrico Mattei, luogo simbolo del fallimento delle politiche industriali e dei poli petrolchimici non solo in Basilicata, il coordinamento nazionale No Triv. Il 14 e 15 Luglio 2012 proprio dalla Val Basento, oggi diventata cimitero sociale ed economico, in crisi occupazionale irreversibile e con gravi problemi di impatto ambientale e sulla salute dei residenti, si incontreranno i movimenti, i comitati,le associazioni e tutti coloro che oggi in Italia sono mobilitati per ribadire la necessità di un nuovo protagonismo delle comunità che chiedono un modello di sviluppo pulito e durevole in Italia. No Triv Italia ribadisce – è scritto nella bozza del documento costituente  -  come invece l’articolo 16 del cosiddetto decreto “Crescitalia” per le liberalizzazioni approvato dal governo Monti(ora Legge n. 27 del 24 Marzo 2012) e la bozza del decreto legge sviluppo e crescita del 13 giugno 2012 per lo “sviluppo di nuove risorse energetiche e minerarie nazionali strategiche” facciano invece ripiombare il Paese in una crisi irreversibile proprio perchè fondata sulle fonti fossili, sporche, esauribilie ed incapaci di guardare positivamente al futuro.


Il citato art. 16 rinvia ad uno specifico decreto in materia da emanare nell’arco di sei mesi dalla sua pubblicazione e  prevede il potenziamento dei benefici economici diretti ed indiretti, in misura proporzionale all’incremento delle attività estrattive ritenute strategiche non tanto per la soddisfazione del fabbisogno energetico nazionale, quanto per l’incremento dei benefici erariali attesi.
Questo modello anacronistico di sviluppo – ribadiscono gli organizzatori di No Triv Italia – viene presentato alle comunità italiane come unica possibile salvifica via di un “nuovo modello di sviluppo” in funzione antirecessiva. Per la Basilicata ed il Sud e per molte aree dell’Italia il “modello regionale unico e distintivo con percorsi attuativi eccezionali”, stando alla relazione di accompagnamento dell’art 16, dovrebbe garantire, una produzione aggiuntiva di idrocarburi nei prossimi 20 anni con almeno 17 miliardi di Euro tra royalties ed entrate fiscali. In realtà l’applicazione dell’art 16 ( con l’incremento delle estrazioni da 80.000 a 174.000 barili al giorno  entro il 2015 per la sola Basilicata ) rappresenta,  non solo per i nostri territori,  l’equivalente di una pietra tombale per lo sviluppo pulito e durevole delle comunità.
Importanti invasi di acqua destinati all’irrigazione dei territori agricoli ed alla potabilizzazione di vaste aree della regione Basilicata  e della Puglia risultano già oggi fortemente contaminate, così come crescono i depositi di rifiuti speciali di lavorazione disseminati ovunque anche in maniera illegale, non rispettano le normative di salvaguardia delle aree protette di fatto mortificate da uno sviluppo industriale incompatibile. La Basilicata in questo rappresenta un osservatorio privilegiato di questo modello di sviluppo basato sullo sfrittamento degli idrocarburi.
Tutto ciò mentre intere aree come la Valbasento e le valli dell’Agri e del Sauro, lungi dall’essere bonificate, ricevono ogni giorno il carico velenoso di decine di TIR di rifiuti speciali dai poli chimici di diverse regioni italiane. In Val Basento si vorrebbe inoltre realizzare due enormi caveau per lo stoccaggio di gas russo proveniente dal Mar Caspio con centrali di produzione energetiche, senza tenere presente che si tratta di zone sismiche e dimenticando, quanto di recente avvenuto in Emilia Romagna.
Consapevoli dell’importanza che rivestono per le comunità italiane le decretazioni previste dall’art 16 e successive, che tra l’altro preludono all’ampliamento delle ricerche e della coltivazione petrolifera intensiva non solo in terraferma, ma anche in mare, intendiamo lavorare – è scritto nella bozza di documento elaborato dagli organizzatori – alla costituzione di un COORDINAMENTO NAZIONALE che, attraverso un presidio costante dei territori, possa denunciare la depredazione delle risorse e rilanciare la proposta di politiche sostenibili e durevoli.
Per questo come associazioni, movimenti, amministratori locali, cittadine e cittadini proponiamo di riunirci nel COORDINAMENTO NO TRIV – LIBERIAMO MARE E TERRA DALLE TRIVELLE per un’idea altra di sviluppo energetico che stabilisca una via d’uscita dalle energie fossili.
NON LASCIARE CHE VENGA MESSO A RISCHIO IL FUTURO DELLA BASILICATA E DI ALTRI TERRITORI ITALIANI !
Partecipa a questo percorso, che parte dal Sud  petrolizzato con l’obiettivo di rafforzare le battaglie che da tempo si stanno portando avanti in Basilicata e in altre parti d’Italia per contrastare gli effetti devastanti delle TRIVELLAZIONI. E’ questo l’appello lanciato dal gruppo promotore di “NO TRIV Italia”
Per questo chiediamo a tutti i soggetti associativi, sindacali e politici che lottano in Italia contro le pratiche di devastazione indotte dalle dinamiche estrattive; a tutte le realtà di resistenza alle grandi opere e a quelle che si oppongono alla produzione combustiva praticando la logica “Rifiuti Zero”; ai movimenti per l’acqua pubblica; a chi sostiene in prima persona le innumerevoli vertenze per la difesa e la salvaguardia del territorio contro gli scempi imposti dalle imperanti politiche neoliberiste, di partecipare alle due giornate di incontro e di confronto per la costituzione del COORDINAMENTO “NO TRIV – LIBERIAMO MARE E TERRA DALLE TRIVELLE”

0 commenti:

Posta un commento